Il futuro dell’ufficio è già qui.
Ne parliamo con Alessandro Adamo, Partner Lombardini22 - Director DEGW
Un’intervista a tutto tondo sull’evoluzione dello spazio ufficio nell’era del distanziamento sociale.
Lombardini22, realtà al primo posto delle Top 50 società di architettura e design italiane, con uno staff di trecento persone, come ha gestito l’emergenza e il lock down?
Abbiamo fin da subito costituito una task force guidata da Franco Guidi, Gabriele Monaco, Roberto Cereda, il team dell’innovation di Lombardini22, e nel giro di una settimana abbiamo remotizzato tutte le funzioni lavorativi. Su trecento persone, già una settantina erano abilitate a lavorare da remoto e solo alcune aree, come la progettazione BIM, la modellazione tridimensionale, i computisti e i disegnatori, erano legate allo spazio di lavoro in ufficio. Ci siamo mossi per tempo non perché anticipavamo il lock down ma pensando che, se malauguratamente qualcuno di noi si fosse ammalato, avremmo dovuto chiudere comunque la sede e trovare delle modalità di lavoro alternative. La sezione information technology è l’unica unità che è rimasta fisicamente in ufficio per supportare da remoto chi ne avesse fatto richiesta.
Questo evento inaspettato ci ha permesso di prendere coscienza del fatto che anche in un mondo progettuale si può lavorare in remoto, senza problemi. L’unico aspetto penalizzante, in un lavoro come il nostro che è anche molto legato alla fisicità e ai sensi, è l’impossibilità di vedere e toccare i materiali dal vivo.
“L’unica penalizzazione nel nostro lavoro, legato anche alla
fisicità, è attualmente l’impossibilità di poter toccare e vedere
materiali e texture ma il workplace non si ferma”.
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Ogni momento di crisi può anche essere considerato un’opportunità di crescita e rinnovamento. Cosa ne pensi?
Di opportunità se ne aprono tantissime, come sempre, in un momento di crisi. Dipende da quale punto di vista osservi la scena. Se rimani fermo probabilmente percepisci solo la crisi, se ti sposti e cerchi altre angolazioni, in tutti i settori credo che ci sia la possibilità di fare cose in modo differente. Sto pensando alla produzione orientata alla pulizia, alle pitture antibatteriche, agli impianti di sanificazione e soprattutto a determinate tecnologie alle quali magari si stava già pensando ma che non si aveva ancora avuto il coraggio di fare decollare, come per esempio la sensoristica, che oggi potrebbe essere applicata per la delimitazione delle distanze o per lo sviluppo di tecnologie no touch.
Come ripensare l’ufficio nell’era del distanziamento sociale?
L’ufficio stava già vivendo un processo di cambiamento, che è in atto da anni. Noi di DEGW da tempo stiamo supportando le organizzazioni aziendali a lavorare in modo più smart e in modalità che non prevedono la presenza fisica nei luoghi di lavoro. Le tecnologie, i computer portatili, le connessioni hanno incominciato a cambiare la relazione uomo-spazio. Quindi ci trovavamo già in un processo di cambiamento e quello che è successo non ha fatto altro che accelerare questo processo; oggi c’è la presa di coscienza che si può lavorare bene anche in remoto. È importante capire come questa situazione evolverà nel tempo: sono convinto che l’ufficio non sparirà ma si trasformerà in qualcosa di diverso che ha le radici in una situazione già in atto.

Vi siete trovati a dovere modificare dei progetti ai quali stavate lavorando?
Siamo partiti subito a monitorare la situazione e stiamo lavorando oggi su due livelli.
Prima di tutto gestire la fase del rientro dopo il lock down, quindi studiare il distanziamento, verificare i flussi e i percorsi, la sanificazione. Il secondo livello è invece quello della vision quindi cercare di capire come si trasformerà la situazione. Da una parte portiamo avanti i progetti come sono nati, dall’altra verifichiamo di quanto spazio avremo bisogno domani.
Qualche progetto si è rallentato ma in questo periodo abbiamo anche preso diversi nuovi incarichi. Questo vuol dire che il settore workplace non si ferma.
Co-working e hot desking: il mercato ci aveva abituato a queste nuove realtà operative. Si potrà continuare a lavorare così oppure dobbiamo pensare queste modalità completamente superate?
In generale, dobbiamo abituarci a vivere con qualcosa che non conoscevamo e adottare precauzioni che prima non avevamo. Oggi ne siamo un po’ spaventati ma ci abitueremo come ci siamo abituati a tutti quei controlli ai quali siamo sottoposti quando accediamo agli aeroporti o ai luoghi di interesse. Dovremo abituarci al distanziamento e a comportamenti differenti, difficili da immaginare calati nel workplace ma anche in tutti quegli scenari di condivisione di spazi come per esempio il car sharing. Non credo che cambieranno questi modelli ma bisognerà applicare criteri di utilizzo che prima non c’erano.





Keep calm.
Questo è un momento particolare,
inaspetto e surreale.
Mantenere la calma è quello che
suggerisco ai nostri clienti.
Cosa si aspetta il mercato da una società come la vostra?
DEGW è una unit con un approccio anglosassone dalla doppia matrice: di consulenza e progettazione ed è ciò che mi ha fatto innamorare e che ancora oggi mi appassiona. Non affrontiamo i progetti solo dal punto di vista progettuale ma siamo una società che affianca altre società mettendo a disposizione il proprio metodo scientifico. I nostri progetti nascono da un approccio analitico e dalla definizione di un brief. Da noi i clienti si aspettano alta professionalità, benchmark, una visione sulle evoluzioni del modo di lavorare. Facciamo molta ricerca e applichiamo la neuroscienza in modo trasversale, non soltanto nella progettazione di uffici ma anche nel retail e nell’hotellerie. Davide Ruzzon, da anni con noi, è responsabile della unit TUNED che applica i principi della neuroscienza ai progetti.
Stiamo infatti studiando progetti che mirano a fare emergere le emozioni primarie, lavorando su vari livelli di sensorialità, da quella visiva a quella tattile e olfattiva, sperimentando profumazioni differenti a seconda delle emozioni che si vogliono stimolare. Nel team Lombardini22 ci sono anche psicologi specializzati in questo settore e abbiamo una business unit, ATMOS, capitanata da Emanuele Siciliano, che si dedica allo studio della ricerca e alla progettazione del benessere, del confort acustico, illuminotecnico, a tutti i livelli.


A proposito di tecnologia, sarà fondamentale per la progettazione degli ambienti e sarà sempre di più al servizio dell’uomo. Quanto viene cercata l’automazione nella progettazione degli uffici?
Oggi c’è molta attenzione e volontà di creare automatismi che entrano sempre di più nei progetti. Basti pensare ai sensori che misurano la quantità di anidride carbonica in una stanza per programmarne il ricambio automatico dell’aria. Ma, a differenza del settore automobilistico nel quale la tecnologia è veramente molto avanti con automobili che ti riconoscono e si modificano per adattarsi alle tue esigenze, l’automation office oggi non ha ancora espresso tutte le sue potenzialità. Questa sicuramente è una sfida da cogliere. Un bell’obiettivo da raggiungere sarebbe quello di poter controllare gli accessi in uno spazio ufficio completamente no touch, tramite un barcode su device che ci rende riconoscibili ai tornelli oppure dall’ascensore che ci porta al piano giusto e ci permette di accedere in sale riunioni precedentemente prenotate.
All’interno di Lombardini22 abbiamo un’area innovation che si occupa nello specifico di portare innovazione e tecnologia ai progetti, una tecnologia amica, human centric, che facilita la vita.
“La tecnologia completamente no touch è oggi un bell’obiettivo da raggiungere.”
Alessandro Adamo
Partner Lombardini22, Consulente e direttore di DEGW, Alessandro Adamo dà forma ai nuovi modi di vivere l’ufficio, progettando ambienti orientati ai valori di mobilità, informalità e condivisione che caratterizzano le forme emergenti del lavoro contemporaneo. Nel 1999 Alessandro diventa responsabile per l’Italia della Consultancy Area DEGW. Dopo una parentesi di due anni in AEDES, nel gennaio 2009 diventa direttore di DEGW Italia. Nel 2015, a conclusione del processo di integrazione di DEGW nel Gruppo Lombardini22 trasformato in SpA, diventa partner del Gruppo assumendo la guida della Business Unit dedicata al workplace. Alessandro dedica così la sua vita professionale a gestire il cambiamento di diverse società in tutta Italia, attraversando tutte le diverse mutazioni di scenario avvenute negli ultimi, cruciali, tre decenni di evoluzione nel mondo del lavoro. Oggi Alessandro è uno dei massimi esperti di consulenza internazionale specializzata nella progettazione integrata di ambienti per il lavoro.
CREDITS
1: Committente: Amundi SGR
Luogo: Milano
DEGW: space planning, interior design, change management
Fotografie: Dario Tettamanzi
Il progetto Amundi Wave nasce dall’esigenza di riunire tutti i dipendenti e i collaboratori di Amundi SGR sotto un unico tetto in seguito all’acquisizione di Pioneer Investments dal gruppo Unicredit, e di trovare quindi spazi adatti alle mutate dimensioni della società di asset management.
2: Committente: Oliver Wyman
Luogo: Milano
Un nuovo progetto per DEGW fatto di sensibilità progettuale e competenza tecnica ha accompagnato Oliver Wyman, società globale di consulenza con 60 uffici in 29 Paesi, in nuovi spazi di lavoro, sempre in centro a Milano, da Piazza San Babila a via Broletto.
3: Committente: Electrolux
Luogo: Porcia (PN)
DEGW: space planning, interior design
L’Innovation Factory di Electrolux è un luogo in cui sperimentare nuove idee, un ambiente flessibile dove i partner di Electrolux e altre possibili realtà legate al mondo dell’R&D possono collaborare, confrontarsi e attivare sinergie efficaci e innovative.