Cose da fare e materiali da evitare.

Al tempo in cui scriviamo, il lockdown sembra quasi un ricordo, per alcuni un incubo, ma gli effetti della pandemia si fanno ancora sentire, e non vogliamo toccare il tasto economico. Ancora molti sono i lavoratori in smart working e tante le aziende, in particolare quelle grandi, che hanno prorogato il lavoro agile fino a fine dicembre. Ma sono tantissimi anche i dipendenti di piccole e medie realtà imprenditoriali che sono tornati a lavorare nei loro uffici, in spazi che nell’era di post Covid devono essere necessariamente oggetto di ripensamento.

La pandemia ha accelerato un processo di remotaggio del lavoro che è piaciuto a molti e che continua a piacere, complice una differente considerazione delle persone e nuovi modelli di leadership basati sulla delega, la fiducia, l’ottenimento di risultati non legati alla presenza in un luogo fisico. Ma, indipendentemente dalla crescita del lavoro smart, è difficile ipotizzare un futuro senza l’ufficio, ambiente fisico dove si respira la cultura aziendale. E quindi che ufficio sia anche se molti imprenditori si saranno chiesti come mettere in sicurezza i luoghi di lavoro.

C’è bisogno di requisiti smart e safe.

La risposta è cercare requisiti smart e safe sia nel modus operandi che nella scelta dei materiali. Nel periodo pre covid, una tendenza che si era innescata, e che aveva pian piano modificato l’atteggiamento nelle aziende, era la graduale sostituzione del posto fisso a favore invece di tipologie desk sharing. Difficile da monitorare, la promiscuità è una delle maggiori fonti di preoccupazione a livello di percezione di rischio. La strategia è una sola e si basa sulla pulizia delle superfici a meno che non sia possibile garantire uffici privati e un ritorno prepotente alla privacy del singolo.

Il controllo della percezione del rischio.

Comunque si devono favorire materiali facilmente pulibili. Dal momento che nessuno era preparato ad affrontare una tale situazione, la formazione avviene sul campo e in questo periodo i progettisti guardano oltre, attingendo anche da differenti ambiti. Il settore sanitario è quello più monitorato da cui apprendere. L’ healthcare design da sempre studia l’utilizzo di materiali resistenti ai prodotti di pulizia più aggressivi, come la candeggina.

Beacon amico per monitorare la presenza di persone.

Se il distanziamento sociale è una regola da rispettare e che dipende dalla responsabilità del singolo, la tecnologia sarà sicuramente un aiuto per monitorare questo distanziamento per esempio indossando sensori di prossimità per l’autocontrollo della distanza tra le persone.

Il punto di svolta sarà l’automazione. Non è una novità., già utilizzata nel campo del lighting, entrerà prepotentemente nello scenario del workplace con tecnologie per monitorare la presenza delle persone, vedi per esempio l’utilizzo dei beacon o app da device, ma anche per garantire la qualità dell’aria, un tema molto sentito e necessario a garantire la salute pubblica.

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Materiali facilmente pulibili con riduzione delle fughe.

Ma dove andrà il mercato? L’attenzione è sempre più rivolta a materiali non porosi, che siano pulibili con facilità e non ricettacoli di polvere. Gradite le leghe metalliche ma anche i vinilici a pavimento o i laminati riducendo le fughe, quindi via ai grandi formati.