A tu per tu con l’esperto.
Intervista ad Alessandro Villa

Da venti anni sul campo, Alessandro Villa è un system integrator, figura professionale fondamentale nel campo dell’automation.
Scopriamo insieme qual è il suo ruolo e perché non se ne può fare a meno.

Prima di tutto un po’ di storia. Oggi siamo più o meno avvezzi a sistemi di automazione dell’edificio. Ma una volta non era così. Quando e come nasce l’automation e cosa ha portato agli sviluppi attuali?

L’automazione proviene da due mercati differenti ma entrambi collocati nel settore del lusso. Il primo è quello della nautica, in cui l’automazione è una necessità e l’altro è invece il settore residenziale alto spendente. Uno slancio importante è stato dato dalla diffusione degli smartphone una decina di anni fa, in quanto è stata data la possibilità a tutti di disporre di un dispositivo fondamentale per il controllo dell’automazione, che prima era appannaggio di pochi.
Un pannello per il controllo dell’automazione costava parecchio, oggi con uno smartphone di poche centinaia di euro si possono avere funzioni similari.
Un altro grande impulso è stato dato da alcuni grandi player di settore che, qualche anno fa, sono intervenuti sul mercato con proposte di automation home molto pubblicizzate dai media.

Il mercato oggi ha avuto un grande sviluppo da richiedere interventi di varie figure professionali, anche nuove, come il system integrator.
Chi si rivolge al system integrator?

Il più delle volte il progettista, in particolare quando si sta occupando di progetti importanti per cui la complessità dell’intervento implica competenze che esulano da quelle di installatori o elettricisti e subentra la necessità di una figura professionale che tenga le redini di un progetto complesso, nel quale intervengono esigenze funzionali differenti legate, per esempio, alla climatizzazione, al riscaldamento, alla ventilazione ma anche alla gestione della sicurezza e della video sorveglianza.
La funzione del system integrator è quella di mettere in relazione tra di loro tutti gli impianti rendendo il sistema il più uniforme possibile e limitando al massimo il numero di strumenti necessari.

La gente non vuole una tecnologia complicata. Vuole sistemi facili da gestire.

La parola d’ordine è quindi semplificare?

La semplificazione è una conseguenza e una necessità. Bisogna infatti considerare che in un sistema complesso devono vivere tanti impianti di gestione, come dicevo, per esempio per il controllo della climatizzazione, ventilazione e altro, che molto spesso sono forniti da produttori differenti. Questi sistemi non nascono con interfaccia user friendly e possono quindi essere di difficile gestione da parte dell’utilizzatore o, come più spesso avviene negli uffici, degli utilizzatori che si alternano nell’arco della giornata. Il rischio è che questi sistemi di automazione possano essere sprecati in quanto non utilizzati nel pieno delle loro possibilità oppure che si creino dei malfunzionamenti dovuti a una cattiva gestione.
Il nostro lavoro è quello di immaginare una situazione di utilizzo quotidiano e convogliare tutti gli strumenti necessari alla gestione del sistema all’interno di un’unica unità di interfaccia grafica, semplice da utilizzare per chiunque, con un minimo di istruzione base.

Oggi perché viene richiesta l’installazione di un sistema di automation? Per una questione legata al risparmio energetico o per una ricerca di benessere?

Nel terziario e nel commerciale il risparmio energetico è uno degli argomenti più interessanti anche se ancora non completamente sviluppato.
A oggi la richiesta di un sistema automatizzato e integrato è prevalentemente focalizzata ad avere la garanzia che tutto il sistema funzioni e che funzioni con il minimo sforzo. Le persone non vogliono la complicazione della tecnologia e non vogliono una tecnologia complicata. Questa è la richiesta principale.

Un tipico piano uffici con prodotti OTOMO integrati con KNX

Quali sono gli ostacoli contro i quali ancora oggi ti trovi a dovere combattere?

Fondamentalmente sono due: costi e cultura contraria alla tecnologia generata da incompetenze e improvvisazioni delle quali siamo stati testimoni in passato.
Tra le prime domande che il cliente fa c’è sicuramente “quanto costa”.
Generalizzando, un impianto di automazione può costare dal venti al quaranta per cento in più rispetto a un impianto base, però bisogna fare anche chiarezza su questo punto. Il quaranta per cento in più non dipende dal fatto di essere passati da un impianto base a un impianto smart ma dipende dall’aumento delle funzioni richieste all’impianto, impensabili per un sistema tradizionale.
Se consideriamo un intervento di ristrutturazione di un piccolo medio ufficio di qualche centinaio di metri quadri, il delta complessivo dovuto all’introduzione di un impianto domotico non è superiore a qualche punto percentuale.
Il secondo ostacolo è costituito dallo scotto da pagare causato da incompetenza e scarsa professionalità che, soprattutto in passato, hanno provocato atteggiamenti diffidenti da parte del mercato nei confronti della tecnologia. Purtroppo molti si propongono e si sono proposti come esperti di automazione quando sono tutt’altro, rovinando l’immagine di questo settore.

Un consiglio che ti senti di dare all’imprenditore che vuole intraprendere una ristrutturazione inserendo sistemi intelligenti?

Prima di tutto affidarsi a un professionista serio. Se si vogliono raggiungere risultati certi è indispensabile contattare la figura del system integrator. Purtroppo nei cantieri, soprattutto quelli piccoli, questa figura non c’è o spesso non è collocata nella giusta posizione. È come pretendere di costruire una casa senza ingegnere e architetto.

Come siete riconosciuti dal mercato?

La percezione del nostro lavoro viene visto come quello di un tecnico. Il cliente ci vede in cantiere e tende ad assimilarci a un installatore, soprattutto nei cantieri piccoli. Nel cantieri più grandi c’è una maggiore culture e allora ci vedono come dei progettisti, anche perché partecipiamo alle riunioni di progetto, ancora prima che parta il cantiere.

E quale consiglio per l’installatore ma anche per il progettista?

Interpellare il system integrator il prima possibile, per avere dei risultati finali certi al minor costo. Purtroppo veniamo contattati troppo spesso quando già gli impianti sono stati installati e configurati e tardi per ottenere risultati soddisfacenti per il committente.
Nel momento in cui il committente pensa di utilizzare diversi impianti, climatizzazione, riscaldamento, antifurto, ventilazione, quello è il momento giusto per interpellarci.

Bluetooth o KNX, quale delle due tecnologie è più utilizzata nell’automation?

Il bluetooth è una grandissima novità. Si possono realizzare sistemi completamente bluetooh oppure estendere sistemi esistenti in KNX. Con il bluetooth vedo una interessante potenzialità che è quella del retrofit, cioè implementare impianti meno recenti con tecnologia e funzionalità aggiunte.

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