Fashion, design e illuminazione si fondono nell’esperienza progettuale di Carmen Ferrara, intervistata da Otomo come testimonial di un concetto di well being contemporaneo: progettare con la luce e con l’IoT.
Da dove deriva la tua sensibilità progettuale nei confronti della luce?
Sono sempre stata molto vicina al mondo del fashion, progettando scenografie per sfilate di moda. In questo ambiente la luce è protagonista e il light designer è una figura molto importante, anche più dello scenografo. Ho fatto mia questa esperienza traslandola in altri ambiti applicativi, nel residenziale e nel mondo ufficio.
Come è cambiato l’approccio del progettista al settore dell’illuminazione?
Fino a dieci, quindi anni fa si progettava pensando esclusivamente agli aspetti architettonici e di design, la luce era un aspetto secondario, veniva dopo, non si facevano studi né sull’illuminazione artificiale né su quella naturale. La luce veniva interpretata con un lampadario centrale a soffitto ed eventualmente con qualche piantana o lampade da scrivania. Oggi invece già nella fase delle demolizioni e costruzioni si pensa a come gli ambienti possono venire illuminati naturalmente e artificialmente.
Oggi si progetta ancora con corpi illuminanti di tipo decorativo e di design ma è entrata prepotentemente in scena anche la luce architetturale e l’intelligenza artificiale e la nuova frontiera dell’automation. Si sono ridotte le distanze tra architetti e ingegneri e noi professionisti cerchiamo sempre di più supporto da aziende tipo Eelectron che, oltre ad avere competenza tecnica, sviluppano anche plus estetici per prodotti tecnologici.
Si sta sviluppando molto la tecnologia Bluetooh. Quali possono essere i limiti di un sistema wireless rispetto a uno cablato?
Se non si hanno connessioni veloci ci possono essere alcune difficoltà e non sempre si riesce ad applicare la progettazione IoT con la massima soddisfazione del cliente, in quanto non tutte le zone sono servite al meglio dalla fibra ottica.
Dove invece non ci sono problemi di connessione, raggiungiamo risultati fantastici.
L’utente finale vive gli ambienti in maniera differente e ha un’esperienza amplificata rispetto a una semplice interazione on-off., con un miglioramento della qualità della vita.
“Il mio design consente al cliente finale di giocare con la luce a livello architettonico”.
Quali sono i plus di un sistema di automation?
Basti pensare a quanti e quali scenari possiamo gestire, anche in remoto, per esempio dimmerare la luce, modificarne la temperatura, passare da una luce calda di 2500 gradi Kelvin a una fredda di 3500 o 4000 a secondo se sto cenando con amici oppure lavorando al computer. L’utente finale ne trova giovamento e un personale piacere. Cambia il modo di vivere e quando ci si abitua non è più possibile tornare indietro.
Importante nel residenziale, lo studio della luce è fondamentale nell’ambiente ufficio.
Certamente. In ufficio si passa buona parte del nostro tempo inoltre negli uffici si fa molto più uso di luce artificiale. Per noi professionisti questo ambito di applicazione è stata una bella sfida con l’obiettivo di mettere tutti in grado di vederci bene. In aiuto vengono anche le disposizioni di norma che stabiliscono qualità e quantità della luce per gli ambienti di lavoro.
Purtroppo sono ancora tantissimi gli ambienti lavorativi con un’illuminazione non adeguata. Nel campo della ristrutturazione c’è molto da fare.
Quali sono le motivazione che portano un imprenditore a investire nell’office automation?
Sono sempre di più i committenti che si avvicinano alla tecnologia e la richiedono. A oggi circa uno su cinque. Le motivazioni sono prevalentemente di tipo economico: un imprenditore si approccia all’installazione di dispositivi di automation nei propri uffici prima di tutto per la possibilità di controllare i costi energetici. Solo pochi hanno un approccio più orientato al well being e al comfort del lavoratore. Consideriamo comunque che un lavoratore messo in uno stato di benessere è anche quello che lavora meglio e di più.

Percepiamo la realtà grazie alla luce.
E quali invece i fattori ostativi?
Sicuramente i costi, anche se l’incidenza è veramente minima sul complessivo di un progetto e si ripaga in pochissimo tempo. Anche se è un calcolo un po’ complicato, perché ogni progetto ha una vita a sé, si può parlare di un cinque per cento in più. Ma i benefici sono innegabili.
Quanto influisce la luce sul sistema nervoso?
La luce è tutto. È grazie alla luce che abbiamo la percezione della realtà e i colori esistono solo perché esiste la luce. Immaginiamoci di vivere in un mondo in bianco e nero: che depressione. Quando c’è il sole ci sentiamo subito meglio.
Nella nostra latitudine è la luce che ci dice quando è giorno o quando è sera e noi siamo abituati a svolgere determinate azioni in funzione della luce, come alzarsi alla mattina o andare a dormire. Ed è fondamentale avere anche negli uffici una luce in armonia con quella naturale che si modifica con il trascorrere delle ore, piuttosto che una luce costante per tutto l’arco della giornata. Una illuminazione non corretta viene percepita negativamente e influisce sull’umore.
Come vedi il futuro della progettazione dell’ufficio per quanto riguarda l’illuminazione?
Siamo passati da un utilizzo quasi esclusivo dei neon a luce fredda ai led, con la possibilità di modificare la temperatura di colore. L’ultima frontiera è la riproduzione della luce naturale in maniera artificiale, assecondando i ritmi biologici dell’uomo. Tutto questo grazie alla tecnologia e all’intelligenza artificiale. Noi architetti la stiamo proponendo da un paio d’anni; per il mercato è ancora una grande novità. Un esempio di applicazione di IoT nel settore illuminotecnico, e non solo, è il sistema OTOMO che garantisce una illuminazione controllata secondo i ritmi circadiani, grazie all’interazione con due lampade intelligenti, Jackie e Giano, prodotte dall’azienda Panzeri, un software semplice da gestire e un hardware dal design discreto.
OTOMO è stato presentato da Eelectron, un’azienda visionaria sempre un passo avanti, fonte di ispirazione anche per noi professionisti che, così supportati, riusciamo a proporre ai nostri clienti qualcosa in più. Questo sistema apporterà una piccola rivoluzione nel panorama ufficio. Consentirà una illuminazione gradevole e sempre ideale per il lavoro che si starà svolgendo, davanti al computer o a un foglio da disegno, oppure un blocco di appunti o mentre si staranno eseguendo lavori manuali. Ci farà dimenticare i vecchi sistemi e indietro non si torna.

Carmen Ferrara
Nasce a Milano dove vive e lavora. Nel 1992 si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano, lo stesso anno entra a far parte del team dello studio dell’architetto Marco Piva, dove si forma nell’ambito degli allestimenti fieristici e museali.
Nel 1995 vince il premio Compasso d’oro nella sezione giovani designer, col design di un video telefono cellulare presentato in mostra a Palazzo Reale a Milano nello stesso anno.
Prosegue la sua formazione presso aziende che si occupano di allestimenti fieristici, architetture temporanee e set design per le sfilate milanesi.
Dal 2002 muove i primi passi come libera professionista aprendo a Milano lo studio Idesign. Nasce una proficua collaborazione con Aziende nel settore dell’illuminazione come Leucos, Studio Italia Design, Panzeri per la quale è anche direttore artistico; Irsap, Rhoss, Atisa nel settore della climatizzazione.
Negli ultimi anni la collaborazione con importanti firme nel mondo delfashion hanno portato l’architetto Ferrara a maturare un’esperienza concreta nell’ideazione, ingegnerizzazione e direzione lavori delle passerelle milanesi.
Attualmente oltre a seguire la sua passione nel settore delle architetture temporanee, si dedica al design di lampade per aziende quali Leucos e Panzeri.
Nel 2015 uno numero speciale di Class pone la lampada “Carmen” disegnata per Panzeri tra i migliori 100 prodotti Italiani di design, e nel 2019 la lampada Al decimo vince alcuni premi Light Middle East Awards a Dubai, Archiproduct Design Awards, German Design Award, Red Dot Award menzione d’onore, Selezione Adi Design Index, Eccellenza della Lombardia Design Adi.