Scopri quali sono i materiali facili da pulire e amici dell’igiene.
Argento, rame ma anche linoleum e materiali che simulano la pelle di squalo per abbattere gli agenti patogeni. E un grande aiuto viene anche dal potere curativo delle piante e dal design biofilico.
Cosa ci ha insegnato l’emergenza pandemia? Sicuramente a lavarci le mani e mantenere, nel possibile, il distanziamento sociale. Dal momento che la maggior parte del nostro tempo lo passiamo indoor, questo particolare momento ha acuito anche l’esigenza di vivere in ambienti sani e puliti. L’igiene prima di tutto e una grande voglia di sicurezza, anche psicologica, trasmessa da segnali riconoscibili ed evidenziabili negli spazi nei quali viviamo.

E l’ufficio è uno di questi ambienti, nel quale trascorriamo molte ore al giorno, smart working permettendo. Ci sono ancora molte perplessità sul futuro, dopo avere passato vacanze memorabili perché condite da una riacquisita libertà tanto agognata nel periodo del lockdown, e molti punti di domanda su come rientrare al lavoro. Ma è proprio qui che le aspettative sono molto alte: il work place non può venire meno a standard igienici e di sicurezza al top e deve garantire livelli di pulizia pari a quello delle nostre abitazioni.
La sfida di molti produttori oggi è quella di fornire al mercato materiali che possano aiutare a combattere il diffondersi di microbi e batteri, senza che questo pregiudichi le basilari regole igieniche che vanno comunque rispettate. Soluzioni e accorgimenti da sempre adottati nel settore sanitario in questo periodo possono essere traslati in altri settori, dall’hotellerie all’office utilizzando materiali antimicrobici che inibiscono la crescita dei microorganismi.
L’obiettivo è quello di arrivare a produrre materiali antimicrobici di tipo naturale e non con l’additivazione di prodotti chimici che, se da una parte attaccano i microorganismi nocivi, dall’altra possono avere effetti collaterali per qualsiasi altra forma di vita, sia animale che umana.
Fare scelte consapevoli e intelligenti nell’uso di questi materiali è fondamentale.

Uno dei prodotti antimicrobici per eccellenza è l’argento. Le sue proprietà in ambito igienico-sanitario erano conosciute già ai tempi di Ippocrate. Utilizzato per la formulazione di pomate antisettiche e per i trattamenti dell’acqua potabile, gli ioni vengono oggi utilizzati in mix design per la realizzazione di superfici che inibiscono il proliferare di germi e batteri.
Viene per esempio utilizzato per la realizzazione di piastrelle ceramiche, prodotto già di per sé igienico e particolarmente apprezzato per la sua facilità di pulizia. In abbinamento con il biossido di titanio, apprezzato per la sua azione autopulente innescata da processi fotocatalitici, è uno dei componenti per la produzione di lastre per rivestimenti e pavimenti antisettici e antimicrobici.
“Grazie all’azione fotocatalitica, il biossido di titanio abbatte l’inquinamento presente nell’aria. Insieme agli ioni d’argento, viene utilizzato per la realizzazione di lastre ceramiche autopulenti, antisettiche e antimicrobiche.
Anche il rame è da sempre conosciuto come materiale antisettico, insieme alle sue leghe, il bronzo e l’ottone. Si stima che una superficie in rame possa azzerare una carica virale in meno di 4 ore, ce ne vogliono invece 48 per l’acciaio e 72 per la plastica.

Anche il linoleum è un ottimo prodotto da utilizzare in ambienti con forte presenza di persone. Realizzato solo con materie prime naturali e biodegradabili, è anche antimicrobico probabilmente per le proprietà intrinseche dell’olio di lino. Inoltre è una pavimentazione continua e quindi preferibile, ai fini igienico sanitari, ad altre soluzioni che presentano fughe spesso difficili da pulire.
Ma ci sono anche superfici, apparentemente lisce a occhio nudo, prodotte con microasperità e texture particolari, che paiono essere inospitali per gli agenti patogeni, per esempio quella che riproduce la texture della pelle di squalo.
È stato condotto uno studio sulla base del quale, dopo avere spruzzato alcuni agenti patogeni sulla superficie oggetto di esame, simulando l’effetto di uno starnuto, la superficie a pelle di squalo riportava il 94% in meno di batteri rispetto a una superficie liscia, contro l’80 % di una in rame.
In aiuto viene anche il design biofilico con l’utilizzo spinto di soluzioni verdi indoor con scelte di piante antimicrobiche come il cinnamomo e l’alloro, ma anche timo e chiodi di garofano, storicamente utilizzate nella medicina tradizionale come sostanze naturali antipatogene.